Solidarietà e inclusione

08.12.2021

Nella sua Politica, Aristotele scriveva che l'uomo è un animale politico e sociale, intendendo con ciò che a causa della nostra stessa natura e del nostro istinto più primordiale siamo portati a formare dei gruppi comunitari assieme ai nostri simili, coi quali ci confrontiamo attraverso il dialogo in vista del raggiungimento di scopi collettivi. Ogni Stato, a detta del filosofo, altro non è infatti che una grande comunità, costituita con la finalità di perseguire determinati obiettivi. Ed è a questo vasto gruppo di nostri simili, coi quali condividiamo determinate caratteristiche, che ci si riferisce con il termine di inclusione sociale. Il bisogno di appartenenza al gruppo è innato negli individui e fortemente correlato alla necessità di sentirsi "accolti" in un'unità più grande del singolo. Il valore dell'inclusione è quello di garantire a ciascun individuo, indipendentemente dagli eventuali elementi limitanti che lo ostacolano, l'inserimento ottimale all'interno della società di riferimento, in uno stato di pari opportunità ed equità.



Benché le democrazie assicurino a livello normativo tali principi, troppo spesso assistiamo a fenomeni di esclusione sociale dovuti alle più svariate motivazioni: sesso, razza, religione, disabilità e cultura, che hanno ancora un grande peso nelle nostre società e che conducono frequentemente a discriminazioni di varia natura. Lo scopo dell'inclusione è quello di eliminare ogni forma di discriminazione all'interno della società, non livellando le diversità individuali ma anzi rispettandole e valorizzandole. Ogni cittadino ha infatti idealmente il diritto di accedere alle risorse e alle opportunità necessarie per partecipare pienamente e attivamente alla vita economica, sociale e culturale del proprio paese, godendo del benessere riservato alla maggioranza dei suoi concittadini. 

"Aiutare chi ha bisogno."

Solidarietà ed inclusione si muovono di pari passo, poiché è nell'ingresso ai gruppi sociali che apprendiamo il loro valore. In psicologia, a differenza del linguaggio comune, un semplice insieme di persone non costituisce un "gruppo". Per essere tale, il gruppo deve essere composto da una pluralità di individui uniti da impliciti rapporti solidaristici e accumunati da bisogni, moventi, interessi o scopi condivisi. Moltissime ricerche hanno dimostrato che il modo in cui strutturiamo il gruppo dei pari durante la nostra adolescenza influenzerà fortemente il modo di guardare a noi stessi, di valutarci, e di interagire più o meno efficacemente nei gruppi in cui potremmo accedere in futuro (accademici, lavorativi, personali…). Infatti è in questa delicatissima fase che l'essere umano manifesta pienamente tutta la propria "socialità" e il proprio bisogno di sentirsi inserito ed accolto in un gruppo di simili, e non a caso durante l'adolescenza veniamo investiti dei diritti e dei doveri della nostra comunità di riferimento..